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Un shabbaton a Netanya per scoprire il vero senso di comunità

“Sapore di sale, sapore di mare”, cantava Gino Paoli. Un titolo perfetto per l’ultimo Shabbaton della Giovane Kehilà a Netanya. Che però ha offerto anche molto di più che un semplice fine settimana in spiaggia.


Ancora una volta infatti, Giovane Kehilà ha dimostrato di saper mischiare con successo approfondimento su temi ebraico-italiani, attivismo e volontariato all’interno della società israeliana e momenti ludici, con una formula vincente. La scelta di organizzare l’ultimo evento a Netanya non è stata casuale. Gli italo-israeliani della città da alcuni anni si ritrovano in un bet haknesset dove pregano secondo il rito italiano, benè romì, e come noto, un bet haknesset è un punto fondamentale per la crescita di una comunità.


Lo Shabbaton, realizzato grazie al patrocinio dell’Irgun Olei Italia, ha così avuto sapore di incontro, di nuove amicizie, di studio e dicrescita comunitaria. Il venerdì ci siamo riuniti, partecipanti da tutta Israele, e ci siamo goduti il mare di Netanya, tra partite di pallavolo e il buon gelato (italiano per davvero) che si trova solo là, quello di Ice Tony.


Stanchi ma molto entusiasti, alla sera ci siamo recati al tempio italiano, di fronte all’albergo, per recitare l’Arvit - la preghiera serale - la con la comunità. Lì abbiamo potuto cantare anche il “Maskil Michtam” – l’antico pyut composto dal rabbino Mordechai Lattes di Roma, che si recita in occasione della nascita di un nuovo bambino nella comunità, un segno della sua vitalità.


Una bellissima sorpresa è stata l’avere con noi anche rav Umberto Piperno e sua moglie, che hanno arricchito molto l’atmosfera e la discussione. A cena infatti non è mancato il dvar Torah del rav, accom- pagnato dai suoi mitici racconti. Un momento che sicuramente ricorderemo con il sorriso è stato l’essere invitati da una coppia di sconosciuti israeliani che festeggiavano il matrimonio nel nostro stesso albergo a unirci alle celebrazioni: così tra una canzone e l’altra (con in mezzo anche qualche bicchierino), abbiamo finito la serata intonando per loro “Yevorachu chatan ve kalà” alla romana.


Il giorno successivo, dopo la tefilà e l’ottimo kiddush offerto gentilmente dalla comunità di Netanya e il pranzo, abbiamo partecipato a un limmud, una sessione di studi, organizzato da Dario, Benedetta, Yael e Daniel, i consiglieri della Giovane Kehilà, e poi a un workshop tenuto dal giornalista Simone Somekh. Nel pomeriggio, siamo tornati al bet hakneset dove si è svolta una seudà shlishit, il terzo pasto di Shabbat, e abbiamo assistito a una interessante lezione di rav Piperno sulla leadership nell’ebraismo.


In seguito allo shabbaton, in estate Giovane Kehilà ha organizzato anche un karaoke italiano all’IDC di Herzliya e una gita a Ein Gedi e al Mar Morto. Ora ci prepariamo alla spaghettata in sukkà e a tanti altri appuntamenti per un anno pieno di attività. Colgo l’occasione per ringraziare la comunità di Netanya per l’ospitalità, e augurare a tutti shanah tovah!


Michael Sierra,

Presidente Giovane Kehilà

(Pubblicato originamente su Kol Ha-Italkim)



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