I giovani e il servizio di leva: i primi passi, il zav rishon
“Il popolo crea l’esercito” disse David Ben Gurion in una delle affermazioni più conosciute nella società israeliana. “...e l’esercito crea il popolo” aggiunse anni dopo Elazar Shtern, già comandante del Dipartimento risorse umane di Tza
hal, l’esercito di difesa israeliano, alla guida del corso ufficiali, e a capo del corpo dedicato all’educazione.
Infatti in base alla legge sulla difesa che risale già al 1949, ogni cittadino e residente permanente che compie 18 anni viene chiamato al servizio militare e il servizio militare influenza molto anche il popolo stesso come disse Shtern.
Il servizio militare è una del- le fasi fondamentali della vita di ogni israeliano. Nello stesso tempo però è anche un traguardo che può destare confusione e preoccupazione per il ragazzo che si pre- para ad andare militare (malshab) e per la sua famiglia.
In questo articolo, a un anno dal mio arruolamento, proverò a spiegare meglio in cosa consiste la leva, e cosa è utile sapere e fare per rendere questo periodo più piacevole e più efficace.
Come spiegato, a 18 anni in genere il servizio militare diventa protagonista essenziale nella vita dei ragazzi israeliani. Ma il loro primo incontro con Tzahal avviene molto prima, solitamente all’età di 16 anni. Il mio riferimento è al Tzav Rishon. Il Tzav rishon (primo ordine) rappresenta il momento in cui i giovani, durante le prime classi del liceo, vengono convocati al locale centralino di informazioni per l’arruolamento - lishkat gyus - per una giornata di esami e prove che stabiliscono a quale tipo di servizio possono essere adatti.
Per un malshab il percorso si svolge all’incirca nel modo descritto di seguito. Il Tzav rishon arriva a casa per posta. Una volta ricevuto, è dovere del convocato presentarsi nella lishkat gyus più vicina alla propria residenza nel giorno e nell’ora specificata. Alla lishkat gyus i futuri soldati devono sottoporsi ad alcuni controlli e prove. Il primo è definito in ebraico “Imut Netunim” (autenticazione dei dati) e dura intorno ai quindici minuti. Si tratta di un semplice controllo dei dati anagrafici e tecnici (nomi, data di nascita e così via).
La parte successiva è particolar- mente importante, ed è dedicata ai test psico-tecnici. Ognuno riceve un foglio e una matita: gli esami si suddividono in lingua ebraica (in cui tra l’altro viene richiesto di costruire alcune frasi), esame delle forme, ed esercizi matematici, per cui c’è a disposizione un tempo limitato. Piccolo suggerimento: mai sprecare troppi minuti su una singola domanda. La terza e ultima parte è il colloquio. Nel colloquio, che non dovrebbe durare più di dieci minuti, lo scopo è provare a conoscere il ragazzo. Le domande possibili sono tante, difficile prevedere cosa verrà chiesto a ciascuno. A mio parere la cosa importante è rimanere se stessi: in questo modo i soldati che conducono il colloquio riceveranno la giusta impressione di quale sia l’autentica personalità di chi hanno davanti.
Cosa accade dopo il Tzav Rishon? I risultati dei test vengono espressi con un punteggio e pubblicati su un apposito sito. Da una parte c’è il Kaba, che si esprime in cifre tra il 41 e il 53. Un numero tra il 41 e il 43 indica un arruolamento speciale, per persone che per motivi medici non sono obbligate alla leva, ma possono farlo come volontari. Con un risultato tra il 44 e il 51 si presterà un servizio semplice, senza la possibilità di comandare. Per chi ottiene 52 o 53, si apre la possibilitàdi accedere al corso ufficiali, ricevere ruoli più prestigiosi e maggiori responsabilità. Oltre al Kaba, è importante il “profilo” che indica quanto il malshab è adatto a servire in un’unità combattente. Il punteggio più alto è 97, mentre con 64 si può svolgere solo un’attività d’ufficio. Con questi risultati, il primo passo verso il servizio militare nell’esercito di difesa israeliano è compiuto. A questo punto si tratterà di comprendere le proprie preferenze e cercare di seguirle, come racconterò alla prossima occasione. Rimango a disposizione per domande all’indirizzo email giovane.kehila@gmail.com
Michael Sierra
(Pubblicato originamente su Kol Ha-Italkim)